La Casa del Bambino nasce a Castel Volturno sulla via Domitiana, territorio di frontiera dove persone di varia provenienza culturale e sociale convivono, si incontrano e condividono bisogni e speranze. Dove il sopravvivere diventa priorità e l’emergenza una consuetudine. Il territorio di frontiera può far paura perché è il luogo per eccellenza della discontinuità e della mobilità, del movimento e del passaggio, dell’illegalità e di mistero. Ma la frontiera è anche lo spazio dell’incontro, dello scambio e della realizzazione di relazioni che generano cambiamento. La Casa del Bambino ha assunto su di sé questi valori e queste criticità ed è diventata essa stessa luogo di frontiera, vivendone i limiti e le opportunità.
In questo percorso numerosi volontari sostenuti dalla Associazione di Volontariato Black and White hanno camminato, condividendo il nostro impegno e il nostro metodo educativo. Il nostro target sono i minori, la nostra proposta è educativa, le nostre pratiche sono volte a creare opportunità, spazi di incontro, scambio, risposte ai bisogni che favoriscano una sana crescita umana superando i pregiudizi e la paura dei conflitti. Attraverso l’azione educativa con i bambini vogliamo riscoprire il valore del territorio di frontiera come luogo di opportunità. La nostra sfida è realizzare quel cambiamento sociale e umano che porti tutti a migliorare la qualità di vita dei singoli e della comunità.
Le attività educative ed il sostegno scolastico della Casa del Bambino e il suo doposcuola sono una realtà affermata e apprezzata da diversi settori del territorio di Castel Volturno: scuola, istituzioni, altre associazioni e famiglie. Un indicatore importante di questo risultato è la presenza sempre più numerosa di bambini “bianchi”, figli di famiglie italiane, che partecipano alle nostre attività. Questo dato ci fa dire che stiamo uscendo dal “ghetto” e che riusciamo a comunicare in maniera più decisa la nostra filosofia di fondo e cioè che non siamo una scuola speciale per bambini poveri e svantaggiati ma siamo un centro educativo territoriale che ha come obiettivo principale l’aiuto alla trasformazione del territorio. Il metodo educativo utilizzato è quello costruito affrontando problemi che ci hanno spinto verso la riflessione e la ricalibrazione dei nostri interventi. Questo agire si deve confrontare realisticamente con l’attacco allo stato sociale. In questo contesto trovare risorse per il sociale diventa una sfida sempre più difficile. La nostra metodologia nasce dalla dialettica tra riflessione – valori – prassi. Questo ci consente di uscire dalla logica delle “procedure” dove senza considerare la persona si applica ad ogni problema lo stesso cliché di intervento. È quindi centrale mettere al centro la domanda dell’operatore, la sua curiosità, il suo esserci. La nostra metodologia va quindi inserita all’interno di un orizzonte fatto di valori:
- Libertà: intesa come capacità della persona di optare per ciò che ritiene giusto o rifiutarlo.
- Consapevolezza: intesa come capacità della persona di diventare oggetto della propria riflessione, sviluppo cioè dell’autocoscienza e capacità di diventare sempre più capaci di affrontare la vita
- Intersoggettività: capacità di un IO e di un TU di entrare in relazione nel rispetto delle singole soggettività ma con l’obiettivo di diventare un NOI.
- Responsabilità: intesa come l’onere per la persona di essere causa della sua storia e delle sue azioni.
Questi valori vanno coniugati nel contesto sociale in cui siamo inseriti. L’idea di Comunità è un’idea che ci orienta e ci guida. Proprio qui dove sembra manchi una trama che tiene insieme le persone è importante creare comunità, tentare cioè di essere alternativi a quella parte di realtà che stiamo in qualche modo contrastando e sfidando.
COME NASCE LA CASA DEL BAMBINO: un pò di storia
Nel giugno del 2004 p. Giorgio Poletti, missionario comboniano, chiede ad un gruppo di giovani frequentanti un corso di mediazione culturale di unirsi all’associazione Black and White per iniziare un progetto di accoglienza di minori stranieri, figli di donne vittime della tratta. Il progetto prevedeva la creazione di uno spazio dove accogliere dignitosamente i figli di queste mamme, che per vari motivi non trovavano il posto nelle scuole pubbliche, e perciò, costretti a restare in casa tutto il giorno accuditi da cosiddette “mamme di comunità”.
L’inizio ufficiale delle attività è il 18 ottobre 2004 quando si inaugurò la Casa del Bambino, un luogo che accoglieva bambini dai 18 mesi ai 5 anni di età affidati ad alcuni volontari. Fin dall’inizio la Casa del Bambino si è strutturata ed organizzata in maniera adeguata per rispondere alle esigenze dei bambini, in età prescolare (dai 3 ai 5 anni) provenienti da diverse regioni del mondo (Nigeria, Ghana, Liberia, Polonia, Ucraina, Romania).
L’obiettivo principale della nascente struttura era quello di offrire un posto dove poter giocare in sicurezza, instaurare relazioni positive con altri bambini e acquisire conoscenza e consapevolezza del proprio Io. I bambini iscritti passarono dai 10-12 degli inizi, fino ad arrivare a 35 bambini accolti a fine luglio dello stesso anno. Anche la composizione umana degli utenti cambiava continuamente: dapprima i bambini figli delle donne affidate alla comunità comboniana; attraverso il passaparola all’interno della comunità nigeriana, ci fu un notevole afflusso di bambini provenienti dalla suddetta comunità; successivamente arrivarono i bambini della comunità ucraina e polacca di Castel Volturno.
L’anno successivo p. Giorgio decise di continuare quello che era nato come una “prova”, come un tentativo e che invece si era dimostrato un grande progetto. Riconoscere che tutti i bambini hanno dei diritti a prescindere dalle origini: diritto all’educazione e all’istruzione, diritto alla salute e diritto a vivere dignitosamente, sono stati i capisaldi del progetto nascente. In seguito, fu scelta e ristrutturata secondo le esigenze del progetto la sede storica sita in via Domitiana 561 che, secondo l’idea originaria di P. Giorgio stava diventando veramente “una creatura di Dio” perché offriva la possibilità a persone, di origini e culture più diverse, di avvicinarsi e condividere il medesimo cammino esistenziale.
Negli anni successivi la Casa del Bambino continuava a crescere nella sua sede storica sulla via Domitiana; sempre più famiglie, italiane e non, si rivolgevano a tale servizio, che nel frattempo diveniva sempre più qualificato e attento alle persone; sempre più volontari si avvicinavano a questo progetto, contribuendo ad arricchirlo di un valore aggiunto, di un’umanità profonda.
IL TRASFERIMENTO A DESTRA VOLTURNO E LE NUOVE CONSAPEVOLEZZE DEGLI ULTIMI ANNI
Nel corso degli anni si è entrati in una riflessione ancora più profonda sul luogo dove si svolgeva questa attività rivolta ai bambini. E vi sono stati alcuni cambiamenti importanti.
- Insediamento a Destra Volturno: a luglio 2013 abbiamo deciso di spostare il centro nel quartiere di Destra Volturno. La motivazione principale di questo spostamento è la necessità di essere più incisivi nel processo di trasformazione e di essere inseriti dove la gente vive e non su una strada di passaggio, come è la Domitiana ma in un contesto umano, sociale ed economico molto marginalizzato e povero rispetto ad altre zone di Castel Volturno, con una presenza massiccia di immigrati e situazioni difficili di vita anche per gli italiani.
- Dalla “beneficenza” alla ricerca di autonomia: abbiamo iniziato a vedere che il modello consueto di rispondere immediatamente alle esigenze pratiche era oramai fallimentare. E’stato un vero e proprio cambio di paradigma dove al centro venne posta la persona e la sua dignità. In questo percorso l’obiettivo era quello di favorire l’autonomia, la capacità cioè di acquisire gli strumenti per diventare autonomi e capaci di propria identità e decisioni.
- Da “ svantaggiati” a “bambini”: Un altro cambio di paradigma è stato l’iniziare a vedere che se volevamo veramente essere un centro territoriale volto al cambiamento, era necessario tentare di uscire da un modello educativo fondato sull’imposizione invece che sul educare/educere cioè con l’obiettivo di tirar fuori il meglio dei talenti, doni e capacità di ogni singolo bambino anche in relazione alla sua famiglia e società circostante.
La Casa del Bambino si è radicata a Destra Volturno dal luglio del 2013. Centinaia di bambini e ragazzi sono passati dalla nostra struttura, alcuni se ne sono andati, molti si sono fermati, e frequentano regolarmente le attività ordinarie ed estive, tanto che alcuni del gruppo dei veterani, che sono cresciuti e sono fuori target in quanto frequentanti le scuole superiori, ora fanno da piccoli tutor, affiancando gli operatori nelle attività con i bambini iscritti. Si sono svolte tante feste, di Halloween, di Natale, di Primavera/Pasqua, di Carnevale, sfilate, tante cacce al tesoro, tanti eventi di animazione del territorio con i bambini. I bambini e ragazzi si sono esibiti in diversi spettacoli teatrali, musicali e di danza. Sono aperti e accoglienti, stimolati a superare i propri limiti e ad aprirsi al nuovo, al diverso. La maggior parte dei ragazzi, partono da situazioni familiari piuttosto problematiche, ma dall’incontro con gli altri ragazzi e con gli operatori riescono a prendere esempio positivo e stimoli per la propria crescita e per il proprio miglioramento umano. Non mancano i momenti in cui gli operatori si sentono in difficoltà, data la multiproblematicità di un quartiere ghetto come quello di Destra Volturno, scelto proprio perchè più al margine e di frontiera. Ma il gruppo regge, sulla base di una continua condivisione delle difficoltà stesse e delle decisioni operative con cui affrontarle. Dopo un lungo lavoro di supervisione psico-pedagogica, il gruppo è cresciuto in competenze e problem solving, si è collaudato negli anni dal 2014 ad oggi, ed è in grado di affrontare tematiche e situazioni complesse con spirito di collaborazione e lavoro di squadra.