Il nostro ministero al servizio di una grande comunità di immigrati ha già una lunga storia iniziata nel 1997. Fin dall’ inizio è stato presente un desiderio di servire gli ultimi e abbandonati che passavano da quel territorio e vi si erano stabiliti. Questa è precisamente la ragione che ha portato P. Giorgio Poletti e la Provincia Italiana a scegliere di cominciare una presenza e un servizio proprio qui. E tutti i Comboniani che sono arrivati dopo di lui hanno continuato con questo spirito portando ognuno i loro carismi personali.
La caratteristica principale di Castel Volturno, oltre a molte criticità condivise con tanti comuni della nostra regione (presenza della camorra, illegalità, povertà diffusa, degrado ambientale e forte contaminazione, abbandono da parte delle istituzioni, inefficienza degli amministratori, abusivismo edilizio) ma anche prostituzione, droga e mafia nigeriana, sversamento di tonnellate di rifiuti tossici ecc.. E’ stata anche l’esplosione demografica importante con l’ arrivo di tanti italiani da altri luoghi e l’ arrivo massiccio di immigrati, cominciato già negli anni 80, soprattutto provenienti dall’ Africa sub sahariana (in maggioranza Nigeriani e Ghanesi), Magrebini e dai paesi dell’ Europa dell’ est, oltre che da numerosissimi altri paesi.
Fin dall’ inizio si è collaborato con il Centro Fernandes di prima accoglienza (Caritas diocesana di Capua), collaborazione non sempre facile, ma utile e necessaria. Inoltre operatori nell’ambito del progetto della Casa del bambino (progetto di asilo dell’Associazione “Black and White” fondata dai Comboniani nel 2001) e altri volontari e associazioni si sono affiancate a noi lungo gli anni.
Il vescovo di Capua di quel tempo, Monsignor Diligenza, il primo gennaio del 1997, affidò ai Comboniani la parrocchia “ad personam” di S Maria dell’Aiuto, per la cura spirituale e pastorale degli immigrati presenti nell’ arcidiocesi. Da allora, oltre ad accompagnare il cammino della comunità cattolica di immigrati di Castel Volturno ( che per tante ragioni si è ridotta nel tempo ad una piccola comunità di Nigeriani) si è cercato di offrire diversi servizi rivolti in generale alla popolazione più fragile, con un’ attenzione particolare alla comunità di immigrati, facendo causa comune e solidali con loro per trovare risposte ai grandi problemi che ciascuno di loro deve affrontare: permesso di soggiorno, lavoro e casa. Molti immigrati si sono stabiliti a Castel Volturno da 20/30 anni, hanno formato una famiglia, hanno avuto figli. La presenza numerosa di bambini, ragazzi e giovani figli di immigrati è un’altra caratteristica del nostro comune, e anche verso questa fascia di persone italiane di fatto, ma non secondo la legge, abbiamo rivolto la nostra attenzione. Le difficoltà che si sono presentate sono legate certamente ai personalismi e autoreferenzialità e alla situazione del tutto unica della nostra realtà, poiché da noi la proporzione tra Italiani e persone di origine straniera raggiunge il 50% circa; inoltre molte persone non sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno o l ’hanno scaduto. Naturalmente i cambiamenti demografici così accelerati, l’impoverimento dovuto al fallimento del sogno turistico del litorale e la presenza di tante persone arrivate da molti paesi del mondo hanno reso complessa la convivenza civile; a volte ci sono stati momenti di ostilità e violenza ma il più delle volte la convivenza è stata caratterizzata da indifferenza, fatica ed anche posizioni estreme che vanno contro un atteggiamento di accoglienza favorevole all’ interazione delle comunità straniere nel tessuto della comunità italiana, autoctona (piccola) o venuta da altre parti (molto più numerosa)
Per affrontare e superare questi ostacoli ci sono solo due strade: da una parte imparare a lavorare insieme, ben consapevoli che le sfide sono grandi e l’obiettivo è comune, e dall’ altra, la convinzione che è urgente conoscersi, rispettare le differenze e incominciare a fare le cose insieme. Solo così si costruirà una comunità capace di convivenza e di fraternità. Questa non è una strada a senso unico, tutti devono fare la loro parte e fare un passo verso l’altro.
Li dove cresce l ‘unità, la capacità di collaborare, e il rispetto e l’apprezzamento del diverso, possiamo essere sicuri che lo Spirito di Gesù è al lavoro e sta trasformando i cuori per la costruzione del Regno di Dio.
Possiamo dire che ci siamo guadagnati la stima e il rispetto delle persone, forse più degli immigrati che degli italiani. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento di collaborazione propositiva con le istituzioni, che purtroppo sono spesso inquinate da interessi politici, di partito e di potere e di personalismi. Sono cambiate le relazioni con il clero locale ed il vescovo, dai rapporti tesi e competitivi presenti a volte nel passato, siamo passati alla fiducia e alla collaborazione cordiale.
E lo tocchiamo chiaramente con mano adesso che ci stiamo proiettando verso un cambio. Stiamo maturando la decisione di coinvolgerci più pienamente nell’area di Destra Volturno, che costituisce la periferia più abbandonata di Castel Volturno.
In questo cammino abbiamo compreso che gli individualismi ed i protagonismi non portano da nessuna parte, e non danno nessuna garanzia di continuità. Il volerci bene e il lavorare insieme come comunità è la prima chiara testimonianza che possiamo dare come Comboniani a questo territorio così martoriato ma anche così ricco di potenzialità per un futuro più umano e dignitoso per tutti.